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martedì 27 settembre 2011

Pirkè Avot: l'Arte di Giudicare ebraica

Pirkè Avòt, Massèkhet Avòt, o più semplicemente Avòt è denominato un trattato della Mishnà, inserito nel quarto ordine Nezikìn – danni, relativo al diritto civile e penale rabbinico. Esso tuttavia si distingue fra i 63 trattati della Mishnà in quanto, mentre quest’opera si presenta di fatto come un corpus giuridico contenente una normativa da codificare e da seguire – Halakhà, il trattato Avòt ha un carattere quasi esclusivamente etico filosofico – Aggadah. Redatto, al pari del resto dell’opera, da Rabbì Yehudà Hanassì (il Principe, capo del Sinedrio a Tzippori in Èretz Israèl) a cavallo fra il II e il III secolo E. V. al culmine di una fase di trasmissione orale difficilmente misurabile. Il trattato consta di una serie di massime morali, alcune delle quali sembrano rivolte in particolar modo ai giudici nella conduzione dei processi e ciò spiegherebbe la sua collocazione nell’ordine Nezikìn. In ogni caso le massime, veri e propri epigrammi che si imprimono nella mente per la loro sinteticità, si ispirano a motivi di etica pratica, che inseriscono il trattato a pieno titolo nell’antica letteratura sapienziale ebraica, che ha i suoi capisaldi nei libri biblici dei Proverbi – Mishlè, di Giobbe – Iyòv, del Kohèlet e in alcuni Salmi – Tehillìm, di cui di fatto Avòt si presenta come una continuazione, ispirandosi ad essi.

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